LA GRANDE PERFEZIONE

Tibetan Pecha as Contemplative Technology
Quando tali persone con una mente stabile – senza vantarsi del mero numero di mesi o anni che hanno passato a praticare in ritiro – vedono questa porta d’ingresso e intraprendono la pratica, raggiungeranno sicuramente lo stato supremo di Buddha Vajradhara in questa stessa vita. Su questo non c’è dubbio.

L’Essenza del Vajra, Visioni della Grande Perfezione di Düdjom Lingpa, Vol. 3

L’apice dei nove veicoli spirituali
in successione

La visione, la meditazione e la condotta della Grande Perfezione (Dzogchen) sono considerate nella tradizione Nyingma del buddismo tibetano come l’apice della teoria e della pratica buddista. Secondo questa tradizione, ci sono nove “yanas” in successione temporale, o veicoli spirituali, attraverso i quali si può raggiungere l’illuminazione, che vanno dalla propria liberazione individuale, come insegnato nel canone Pali degli insegnamenti del Buddha, all’illuminazione di un buddha per il bene di tutti gli esseri senzienti, come insegnato nelle scuole Mahayana e Vajrayana del Buddhismo. La Grande Perfezione è il nono di questi veicoli spirituali, presentato come il culmine del Buddhismo Vajrayana.

La natura di buddha

Il tema centrale della Grande Perfezione è la realizzazione della propria natura di buddha, che viene presentata per la prima volta negli insegnamenti Mahayana del Terzo Giro della Ruota del Dharma di Shakyamuni Buddha. Mentre il suo Secondo Giro della Ruota del Dharma, con i suoi insegnamenti fondamentali sulla Perfezione della Saggezza, illumina la “luce chiara oggettiva”, cioè la vacuità della natura inerente di tutti i fenomeni, gli insegnamenti del suo Terzo Giro della Ruota si concentrano sulla “luce chiara soggettiva”. Ciò comporta la realizzazione della natura onnipervasiva della mente onnisciente di tutti i buddha, l’indivisibilità del proprio flusso mentale e questa coscienza trascendente, e il proprio potenziale per realizzare la perfetta illuminazione di un buddha.

La visione

L’intuizione nella visione della Grande Perfezione porta a identificare sperimentalmente lo stato fondamentale della propria consapevolezza, variamente conosciuto come consapevolezza incontaminata, coscienza primordiale e natura di Buddha. Tagliando di netto il proprio flusso di coscienza condizionato e individuato fino alla realizzazione di questa dimensione divina, non nata e incessante della coscienza che trascende tutti i costrutti concettuali e le categorie, si arriva a vedere l’intera realtà da questa prospettiva. Da questo punto di vista, si realizza in modo non duale il vuoto della natura intrinseca dell’intero samsara e del nirvana, e contemporaneamente si percepiscono tutti i fenomeni come manifestazioni spontanee della base trascendente dell’essere – la coscienza primordiale.

La meditazione

La Grande Perfezione della meditazione non comporta altro che un continuo dimorare nella visione senza alcuno sforzo. Questo avviene identificando prima la propria consapevolezza incontaminata e poi dimorando lì, disattivando tutte le attività del proprio corpo, della parola e della mente ordinari. Attraverso tale quiete esistenziale delle proprie attività di essere senziente, tutte le qualità della mente di tutti i buddha si manifestano spontaneamente, poiché si riconosce la propria vera identità, che è sempre stata quella di un buddha.

La condotta

Nella Grande Perfezione della condotta si continua a riposare nella quiete primordiale e nella purezza della consapevolezza incontaminata mentre si svolgono le proprie attività quotidiane. La virtù sorge spontaneamente, sgorgando senza impedimenti dal proprio terreno divino. Mentre si sostiene la realizzazione non duale della natura vuota e luminosa della consapevolezza, la compassione incondizionata e onnipervasiva per tutti gli esseri sorge spontaneamente e si manifesta in continue espressioni della saggezza, della compassione e dell’energia creativa di un buddha.

Un sentiero verso il corpo di arcobaleno

Questa triade completamente integrata di visione, meditazione e condotta è ampiamente considerata nella tradizione Nyingma come il percorso più semplice, diretto e potente per realizzare la perfetta illuminazione. Questo sentiero culmina nel raggiungimento di un indistruttibile “corpo arcobaleno” di luce infinitesimamente sottile in questa stessa vita, tale che tutte le vestigia del proprio corpo, della parola e della mente come essere senziente si dissolvono nel terreno divino. Da allora in poi, per tutto il tempo che lo spazio e gli esseri senzienti rimangono, ci si continua a manifestare in innumerevoli modi, conducendo tutti gli esseri alla loro Grande Perfezione.

E se…?

E se, attraverso la pratica diligente di alcune decine di contemplativi totalmente impegnati, che hanno dedicato la loro vita alla meditazione in un ritiro di lunga durata, anche solo alcuni raggiungessero le realizzazioni più sublimi promesse dagli insegnamenti sulla Grande Perfezione? Come ciò potrebbe cambiare il nostro mondo?

Catalizzare un rinascimento contemplativo

I contemplativi presso i Centri per la Ricerca Contemplativa sono partiti, sin dall’inizio, con un obiettivo semplice e audace: praticare fino alla completa e profonda realizzazione degli insegnamenti sulla Grande Perfezione onnicomprensiva, e scoprire il loro significato tramite l’esperienza diretta. Poi, chissà quali potrebbero essere gli sviluppi di un vero rinascimento nella pratica contemplativa, in grado di catalizzare una comprensione globale e di fornirci le fondamenta necessarie per un cambiamento vero ed efficace?

Il lignaggio di
Düdjom Lingpa

Il lignaggio specifico della Grande Perfezione che è enfatizzato nei nostri Centri per la Ricerca Contemplativa deriva dal famoso maestro Dzogchen del 19° secolo Düdjom Lingpa. Si dice che tredici dei suoi discepoli abbiano ottenuto il corpo di arcobaleno e che molti altri abbiano ottenuto la realizzazione diretta della consapevolezza primordiale incontaminata. Il sentiero diretto e non elaborato che egli rivelò è radicato nel raggiungimento di una concentrazione stabile e chiara attraverso il completo raggiungimento di shamatha, la realizzazione della vacuità attraverso la pratica di vipashyana, l’identificazione della consapevolezza primordiale incontaminata attraverso la pratica del taglio diretto, e la piena manifestazione di tutte le qualità dell’illuminazione attraverso la pratica del balzo diretto. È nostra intenzione creare le opportunità ottimali per coloro che si addestrano nei nostri centri per seguire questo sublime sentiero fino al suo culmine.

Non dubitare mai che un piccolo gruppo di persone coscienziose ed impegnate possa cambiare il mondo. In verità è l’unica cosa che è sempre accaduta.

— Margaret Mead